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La Divina commedia / Божественная комедия. Книга для чтения на итальянском языке
La Divina commedia / Божественная комедия. Книга для чтения на итальянском языке
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La Divina commedia / Божественная комедия. Книга для чтения на итальянском языке


ma ella s’è beata e ciò non ode:
con l’altre prime creature lieta
volve sua spera e beata si gode.


Or discendiamo omai a maggior pieta;
già ogne stella cade che saliva
quand’ io mi mossi, e ’l troppo star si vieta».


Noi ricidemmo il cerchio a l’altra riva
sovr’ una fonte che bolle e riversa
per un fossato che da lei deriva.


L’acqua era buia assai più che persa;
e noi, in compagnia de l’onde bige,
intrammo giù per una via diversa.


In la palude va c’ha nome Stige
questo tristo ruscel, quand’ è disceso
al piè de le maligne piagge grige.


E io, che di mirare stava inteso,
vidi genti fangose in quel pantano,
ignude tutte, con sembiante offeso.


Queste si percotean non pur con mano,
ma con la testa e col petto e coi piedi,
troncandosi co’ denti a brano a brano.


Lo buon maestro disse: «Figlio, or vedi
l’anime di color cui vinse l’ira;
e anche vo’ che tu per certo credi


che sotto l’acqua è gente che sospira,
e fanno pullular quest’ acqua al summo,
come l’occhio ti dice, u’ che s’aggira.


Fitti nel limo dicon: «Tristi fummo
ne l’aere dolce che dal sol s’allegra,
portando dentro accidioso fummo:


or ci attristiam ne la belletta negra».
Quest’ inno si gorgoglian ne la strozza,
ché dir nol posson con parola integra».


Così girammo de la lorda pozza
grand’ arco, tra la ripa secca e ’l mézzo,
con li occhi vòlti a chi del fango ingozza.


Venimmo al piè d’una torre al da sezzo.

Canto VIII

Io dico, seguitando, ch’assai prima
che noi fossimo al piè de l’alta torre,
li occhi nostri n’andar suso a la cima


per due fiammette che i vedemmo porre,
e un’altra da lungi render cenno,
tanto ch’a pena il potea l’occhio tòrre.


E io mi volsi al mar di tutto ’l senno;
dissi: «Questo che dice? e che risponde
quell’ altro foco? e chi son quei che ’l fenno?».


Ed elli a me: «Su per le sucide onde
già scorgere puoi quello che s’aspetta,
se ’l fummo del pantan nol ti nasconde».


Corda non pinse mai da sé saetta
che sì corresse via per l’aere snella,
com’ io vidi una nave piccioletta


venir per l’acqua verso noi in quella,
sotto ’l governo d’un sol galeoto,
che gridava: «Or se’ giunta, anima fella!».


«Flegiàs, Flegiàs, tu gridi a vòto»,
disse lo mio segnore, «a questa volta:
più non ci avrai che sol passando il loto».