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Depressione
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Depressione


Con questo cambiamento si cerca di dare una risposta quanto prima ad un problema di salute mentale così importante e diffuso come la depressione, senza bisogno di attendere i due mesi previsti come si faceva in precedenza.

Per questo, il cordoglio è stato inteso come un “semplice transito” attraverso il quale dobbiamo passare tutti quando perdiamo una persona amata, ma va “monitorato” per verificare che i sintomi non siano tanto importanti da nascondere un vero Disturbo di Depressione Maggiore.

Bisogna tener conto che, in qualsiasi caso, per superare il cordoglio è fondamentale contare sull’appoggio sociale di familiari e amici che capiscano la situazione e si occupino della persona che sta attraversando questa fase, affinché la superi in maniera adeguata.

CAPITOLO 3. DISISTIMA

La maggior parte di noi ha avuto in qualche momento della propria vita una crisi, una fase in cui non abbiamo voglia di fare nulla, ci sentiamo apatici ed abbattuti, qualunque problema ci opprime e non “risolleviamo la testa”, ma con il tempo tutto si risolve e recuperiamo la nostra forza d’animo. Tuttavia, se senti che questo stato perdura per anni, è possibile che tu stia soffrendo di un disturbo denominato disistima.

La disistima è un tipo di disturbo dello stato d’animo, in cui la persona sperimenta sintomi depressivi cronici di durata superiore ad un anno in caso di bambini ed adolescenti, e di due anni negli adulti. Si considera che abbia un esordio precoce se si presenta prima dei 21 anni e tardivo se è posteriore.

È un disturbo con sintomi lievi o moderati e non ha intensità sufficiente per essere considerato un episodio depressivo, requisito imprescindibile per diagnosticare un Disturbo Depressivo Maggiore.

Secondo lo Studio ESEMeD-España, realizzato in collaborazione dalla Unidad de Investigación y Desarrollo. Sant Joan de Déu-Serveis de Salut Mental. Sant Boi de Llobregat, e la Unidad de Investigación en Servicios Sanitarios. Instituto Municipal de Investigación Médica. Barcellona (Spagna), i cui risultati sono stati pubblicati dalla rivista scientifica Medicina Clínica [5], la disistima è il terzo tipo di disturbo mentale più frequente nella popolazione spagnola, e colpisce ogni anno quasi un 1,5% dei cittadini. A differenza di altri disturbi psicologici, esistono importanti differenze riguardo la distribuzione della disistima nella popolazione per genere, colpendo quasi cinque volte più le donne che gli uomini.

Le cause della disistima non sono state ancora sufficientemente chiarite, attribuendole ad una alterazione di un determinato tipo di neurotrasmettitore denominato serotonina, responsabile della gestione di emozioni e giudizi. Potrebbero anche avere origine da situazioni permanenti di stress e fattori di personalità.

Tra le motivazioni più frequenti che portano una persona a rivolgersi al medico per questo motivo possiamo trovare i seguenti segnali di disistima:

– Stato d’animo depresso o irritabile (nel caso di bambini o adolescenti);

– Perdita di interesse per le cose che prima risultavano piacevoli;

– Sentimenti di colpa, disprezzando sé stessi;

– Percezione di sé stessi come “tristi” o “scoraggiati”;

– Persistenza del suddetto stato d’animo per molto tempo;

Oltre a tutto questo, il medico deve indagare la presenza dei seguenti sintomi di disistima:

– Alterazioni dell’appetito (in eccesso o in difetto);

– Scarsità di energia ed affaticamento;

– Bassa autostima;

– Difficoltà a concentrarsi e prendere decisioni;

– Alterazioni del sonno (in eccesso o in difetto);

– Sintomi cronici e persistenti, più lievi di quelli depressivi;

Come si può dedurre, la disistima è una patologia silenziosa, con una sintomatologia lieve che può passare inosservata, essendo, in molti casi, difficile stabilire il suo esordio; inoltre, prima di poter fare la diagnosi di disistima bisogna scartare altre cause che possono essere occulte, come problemi fisici (come ipotiroidismo) o un’origine medica (alcuni medicinali che giustifichino questo stato).

Allo stesso modo, bisogna prestare speciale attenzione per differenziarlo da altri disturbi con sintomi simili, come il disturbo depressivo breve ricorrente o il disturbo di personalità depressiva.

Nel primo si sperimentano molteplici disturbi depressivi durante la vita, ma questi sono episodici ed isolati, e mostrano una sintomatologia più grave.

Riguardo al disturbo di personalità depressiva, questo è un tratto permanente della persona, poi si può diagnosticare la disistima se ha avuto un esordio tardivo.

Nonostante quanto indicato in precedenza, bisogna sottolineare che la disistima di solito si presenta unita ad altri disturbi sia fisici che psicologici. Tra i primi, il dolore cronico, la fibromialgia e la sindrome del colon irritabile; tra le malattie mentali, di solito si presenta con depressione maggiore nel 40% de casi, con la denominazione di Depressione Doppia; ma può anche essere accompagnata da Disturbi di Ansia, specialmente dal Disturbo di Crisi di Angoscia.

Una volta ottenuta la diagnosi opportuna va stabilita la cura orientata alla persona affinché recuperi uno stato d’animo “normale”, come prima di soffrire di disistima. Tra le terapie psicologiche utilizzate:

– Psicoterapie cognitive, orientate a fornire gli strumenti necessari per far fronte alle necessità quotidiane, per combattere i pensieri negativi su sé stessi, sul mondo che ci circonda o sul futuro (pilastri del pensiero depressivo).

– Psicoterapie comportamentali, per aumentare l’attività del paziente, fornendogli esperienze soddisfacenti, incrementando così la sua autostima e la sensazione di indipendenza; inoltre si lavora con tecniche di rilassamento per controllare lo stress.

– Psicanalisi, come metodo di auto scoperta, che secondo questa corrente esplora i traumi responsabili della sintomatologia della disistima, all’origine della quale si trovano le relazioni stabilite durante le prime fasi di vita.

Oltre a quanto esposto in precedenza, queste psicoterapie sono spesso accompagnate da un intervento farmacologico, sotto supervisione medica, dove si prescrivo antidepressivi, che nel caso di alcuni pazienti dovranno essere assunti per tutta la vita.

Tra le azioni che possono essere portate a termine per prevenire la disistima possiamo segnalare:

– Realizzare quotidianamente qualche tipo di attività sportiva moderata, anche solo passeggiare, preferibilmente all’aria aperta;

– Alimentazione adeguata, per evitare eccessi o diete prolungate;

– Mantenere un livello moderato di attività (lavoro/studio) quotidiana, evitando situazioni di stress, in cui la persona possa sentirsi utile con quello che fa.

– Curare le relazioni sociali, familiari o di amicizia, consolidando relazioni emotive durevoli o di qualità.

– Dormire circa otto ore al giorno, tempo che può variare in funzione dell’età, tenendo conto che deve essere sufficiente per recuperare energie ed avere rendere una resa adeguata il giorno seguente.

CAPITOLO 4. DEPRESSIONE STAGIONALE

È normale sentire sonnolenza e stanchezza i primi giorni, quando si cambia stagione, soprattutto all’inizio del periodo del freddo, ma se questi ed altri sintomi persistono forse ci troviamo di fonte ad una Depressione Stagionale.

Sicuramente in alcuni momenti dell’anno avremo percepito alterazioni nel nostro organismo, soprattutto durante i cambi di stagione, anche se normalmente li imputiamo alla diminuzione della temperatura o all’aumento dell’umidità, quando ci avviciniamo all’inverno; o ad un rialzo della temperatura e riduzione dell’umidità quando l’estate si avvicina.

Forse abbiamo sperimentato un incremento di sonnolenza o stanchezza nell’interesse per la realizzazione delle attività quotidiane, in alcuni casi come se addirittura ci mancassero le energie.

Fin qui saremmo di fronte ad un processo normale e naturale di adattamento alle nuove condizioni di luce e temperatura proprie di ogni cambiamento stagionale, ma se questi sintomi persistono o ne compaiono altri nuovi correlati, forse si tratta di un caso di Depressione Stagionale.

Il termine tecnico per questa spossatezza è Disturbo Affettivo Stagionale e fa riferimento alla comparsa di alterazioni dello stato d’animo associati ai cambi di stagione, specialmente frequenti in autunno e inverno.

Questo disturbo colpisce soprattutto le donne, che di solito presentano una maggiore incidenza dei disturbi dello stato d’animo; ed i giovani dato che il loro organismo è coinvolto in un continuo processo di maturazione e cambiamento.

Esiste una distribuzione diseguale delle persone colpite nella popolazione mondiale, a causa dell’effetto della luminosità originata dalla posizione della Terra rispetto al Sole, che influisce in misura minore sulle popolazioni che vivono in zone vicine all’Equatore, che ricevono una maggiore quantità di luce durante l’anno. Il numero dei casi si incrementa quando ci avviciniamo a latitudini più esterne; che sono quelle che subiscono maggiori cambiamenti della quantità di luce ricevuta durante l’anno.

Un esempio di tutto questo sarebbe ciò che accade ai poli, dove durante il lungo inverno di sei mesi si produce una notte senza giorno, mentre in estate, nei sei mesi restanti, c’è un giorno continuo senza notte.

Tra i sintomi più comuni che di solito si presentano nei primi giorni del cambio di stagione, e che possono essere collegati all’origine del Disturbo Affettivo Stagionale abbiamo:

– La comparsa di spossatezza e perdita di interesse per le attività quotidiane;

– Cambiamenti nelle abitudini alimentari, con un incremento dell’ingestione di carboidrati nella stagione fredda;