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Psicologia Del Maltrattamento
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Psicologia Del Maltrattamento

Psicologia Del Maltrattamento
Juan Moisés De La Serna

Psicologia

del

maltrattamento

Approccio alle ultime ricerche sul maltrattamento

di

Juan Moisés de la Serna

Tradotto da

Simona Ingiaimo

PREFAZIONE

Questo libro tratta uno dei problemi più importanti del nostro tempo, il maltrattamento, sia esso fisico che psicologico, da una prospettiva nuova.

Questo libro aiuterà a conoscere una realtà di cui si parla a malapena oltre le cerchie degli esperti di salute e sicurezza e copre l'intero ciclo di vita.

Nonostante gli sforzi compiuti dalle autorità per frenare i flagelli sociali come la violenza di genere, il maltrattamento e l'abuso differenziano in varie forme ogni individuo.

Dedicato ai miei genitori

RINGRAZIAMENTI

Approfitto per ringraziare tutte le persone che hanno collaborato dando il loro contributo nella realizzazione di questo testo, in particolare l'Istituto Nazionale di Statistica della Spagna; la dottoressa Virginia Mora, Esperta di Violenza e Trauma; la dottoresa María Manrique de Lara Ochoa, Coach Motivazionale e del personale educativo, e il dottor Pedro José Horcajo Gil, Master in Psicologia Generale Sanitaria (dottorato di ricerca in Psicologia Scientifica: efficacia di un programma di trattamento per gli uomini accusati di maltrattamento delle loro mogli).

I miei ringraziamenti in particolare ad Erika Marcheggiani, Dottoressa in Farmacia e traduttrice associata ad aziende farmaceutiche, per il suo lavoro di revisione della qualità della traduzione del testo in italiano.

AVVISO LEGALE

La riproduzione totale o parziale di questo libro non è consentita, o la sua incorporazione in un sistema di informatico, o la sua trasmissione in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, sia in forma elettronica, che meccanica, con fotocopie, per registrazione o altri mezzi, senza previa autorizzazione e per iscritto dall'editore. La violazione dei suddetti diritti può costituire un reato contro la proprietà intellettuale (articolo 270 e seguenti del Codice Penale).

Rivolgersi al C.E.D.R.O. (Centro Spagnolo per i Diritti di Riprografia) se è necessario fotocopiare o scansionare qualsiasi frammento di questo lavoro. È possibile contattare C.E.D.R.O. attraverso il web www.conlicencia.com o telefonicamente al 91 702 19 70/93 272 04 47.

"Psicologia del maltrattamento: Approccio alle ultime ricerche sul maltrattamento"

All rights reserved

Scritto da Juan Moisés de la Serna

Tradotto da Simona Ingiaimo

CAPITOLO 1. DEFINIZIONE DI MALTRATTAMENTO

Il maltrattamento è una situazione alla quale chiunque può essere sottoposto in un particolare momento, a casa, al lavoro o semplicemente camminando per strada.

Quando si viene maltrattati all'interno della famiglia, si parla di violenza domestica o intrafamiliare. Uno dei problemi relativi alla violenza domestica è che viene segnalata raramente, a causa della vicinanza emotiva tra l'aggressore e la vittima.

Per quanto riguarda la violenza domestica, l’aggressore è chiunque eserciti una violenza fisica o psicologica su qualsiasi altro membro della famiglia (figli, genitori, coniugi, fratelli, ecc.) la quale, la violenza di genere non rientrando in questa categoria, si definisce come quella esercitata da un uomo su una donna con cui condivide o ha condiviso legami emotivi.

Se si guardano i risultati offerti da Google, sulle tendenze di ricerca del termine della violenza domestica nei suoi diversi significati in tutto il mondo, dal 2004 al 2017, si può vedere che il primo paese che suscita più preoccupazione è l'Angola, seguito dall’Uganda e dal Porto Rico; nella posizione sedici vi sono gli Stati Uniti, e dei sessantuno paesi che compongono il risultato di Google, la posizione numero cinquantadue è occupata dalla Spagna, l'ultima posizione è occupata dall'Italia.

Questo non riflette il numero di casi di questo tipo di violenza a seconda del paese, bensì le volte in cui il termine è stato cercato, per esempio un paese in cui sono riportati pochi casi di violenza domestica, ma la popolazione è molto sensibile, per cui vi si tenderà a fare molte ricerche su Google al riguardo.

Viceversa, una popolazione in cui la violenza domestica è istituzionalizzata e c'è poca consapevolezza di questo problema, non tende a fare quasi nessuno studio a riguardo.

Si evidenzia che, tra i primi venti paesi in cerca di questo termine, quattordici provengono dal continente americano.

Si noti, inoltre, che nel corso degli anni, a livello globale si è registrato un calo nell'uso di questo termine, rimanendo nel 2017 inferiore al 50% delle ricerche effettuate nel 2004.

Se si effettua un’analisi cumulativa dall’andamento stagionale delle ricerche su Google, si può vedere come nei mesi di febbraio, marzo, settembre e ottobre vengano effettuate più ricerche relazionate al tema della violenza domestica; mentre nei mesi di luglio, agosto, dicembre e gennaio vengono effettuate meno ricerche.

Secondo i dati sulla violenza domestica raccolti dall'I.N.E. (Instituto Nacional de Estadística) della Spagna, la violenza domestica e la violenza di genere 2011-2015 (ultimo rapporto pubblicato nel giugno 2016) mostrano una diminuzione graduale dei casi passando da settemila settecentoquaranta nel 2011 a settemila duecentonovantanove nel 2015.

Nelle donne, vi sono riduzioni più importanti nella fascia di età compresa tra 70 e 74 anni, da centonovantatre casi nel 2013 a centottantasette nel 2015. D'altra parte, gli aumenti più notevoli delle donne sono tra le minori di 18 anni, da settecentoquarantaquattro casi a ottocentonovantaquattro.

Negli uomini, la riduzione più notevole si verifica tra i 20 e i 24 anni, passando da centosessantasette casi nel 2013 a centoquarantadue nel 2015; mentre l'aumento più rilevante si verifica tra i minori di 18 anni, dai quattrocentosessantacinque casi nel 2013 a cinquecentonovantadue nel 2015.

Il profilo della vittima di violenza domestica nel 2015 era di sesso femminile (63,0%), nata in Spagna (83,6%) sotto i 18 anni (20,6%).

Il profilo dell'aggressore della violenza di genere nel 2015 è di un uomo (75,0%), nato in Spagna (83,9%), con un'età inferiore ai 50 anni (86,9%).

Per quanto riguarda il rapporto tra vittima e aggressore, nel 2015 i parenti hanno occupato il 65,1% delle denunce di violenza domestica, di cui il 28,7% era rappresentato dalla madre della vittima; l’11,1% dal padre e il 25,3% dai figli.

Come osservato in precedenza, anche se i dati sono stati raccolti e analizzati, c'è ancora molta violenza domestica che non viene denunciata proprio a causa della vicinanza tra la vittima e l'aggressore, sia perché vi è un rapporto emotivo che di dipendenza. Quindi, è difficile per un anziano denunciare un nipote, anche quando c'è un'aggressione da parte sua.

Man mano che questi casi diventano più visibili, e soprattutto vi è la possibilità di riferirli, i dati raccolti saranno più vicini a quelli reali.

Nonostante ciò, occorre prestare particolare attenzione al profilo della vittima al fine di stabilire meccanismi di segnalazione e assistenza, oltre che al profilo dell'aggressore per attuare misure preventive.

<<Di fronte a un evento stressante o a una situazione di natura eccezionalmente minacciosa o catastrofica (disastri naturali, incidenti, attacchi terroristici, aggressioni, maltrattamenti, abusi o aggressione sessuale, torture, rapimenti, ecc.) vissuta direttamente o indirettamente, nelle vittime si produce una sensazione di intensa paura, impotenza, minaccia e perdita di controllo che avrà conseguenze traumatiche per la persona che ne soffre.

Quando si verifica un singolo episodio, il trauma o il danno psicologico di solito si verifica in fasi. In una prima fase c'è una reazione di stupore e ottusità generalizzata, che è caratterizzata da reazioni lente e meccanismi di negazione. Questo è quello che viene chiamato lo stato di "shock". In una seconda fase, si verificano forti reazioni emotive di dolore, rabbia, impotenza, senso di colpa, paura che si alternano a periodi di profonda tristezza e depressione. Infine, si possono verificare le re-sperimentazioni dell'evento in forma spontanea o successivamente a stimoli correlati. Queste reazioni possono causare D.P.T.S (Disturbo Post-Traumatico da Stress).

Quando la situazione della violenza diventa cronica nel tempo, come nel caso dell'abuso sessuale o dell'abuso di minori e della violenza di genere, le vittime possono presentare alterazioni della personalità in termini di capacità a rapportarsi e della propria identità. Questo è ciò che è stato definito Trauma Complesso.

È importante notare anche che a volte il danno psicologico può verificarsi in situazioni apparentemente non traumatiche, ma che la persona vive in quanto tale a causa delle proprie caratteristiche personali, del momento dello sviluppo, delle conseguenze per la propria vita, ecc.>>

Virginia Mora, Esperta di Violenza e Trauma.

A questo proposito condivido la mia esperienza, mentre conducevo un seminario di Bioenergetica, dove ho presentato un articolo nell'ambito delle attività programmate di un congresso internazionale di studenti di psicologia.

Il laboratorio è stato quello di realizzare una pratica collettiva con la tecnica della Bioenergetica, la quale presuppone che abbiamo delle difese "attive" che permettono di condurre una vita "normale", nonostante gli eventi traumatici vissuti.