banner banner banner
Cyberpsicologia
Cyberpsicologia
Оценить:
 Рейтинг: 0

Cyberpsicologia


- Un certo livello di isolamento, a meno che non siano “dipendenze sociali”.

- Con conseguenze negative, sia economiche, che emotive e familiari, a causa di questa dipendenza.

- Con “inclusioni” di pensieri, rendendo difficile non pensarci, e di conseguenza, un aumento di ansia e irrequietezza quando si trascorre un tempo senza accedere a tale dipendenza.

- Con conseguenze negative sul rendimento scolastico.

- In alcuni casi comporta anche qualche negligenza personale, che può essere dimostrata con disillusione e mancanza di igiene.

Tutto ciò è spiegato dagli stessi meccanismi neuronali che ci permettono di tendere a ripetere i comportamenti, date le sue conseguenze piacevoli e positive che facilitano l’apprendimento.

Lo stesso succede con l’uso di nuove tecnologie che, se smettono di essere utili per il lavoro o la vita di tutti i giorni e diventano “necessarie” o “essenziali”, possono dare origine a una dipendenza tecnologica, sia all’utilizzo “eccessivo” di nuovi terminali, telefoni intelligenti, smartphone o tablet, nonché all’uso intensivo e “incontrollato” dei servizi di messaggistica istantanea, come Messenger, Whatsapp, Twitter o Tuenti.

Ciò ha portato alla comparsa di nuovi fenomeni che prima non esistevano, quindi è stato necessario creare nuovi termini per contemplarlo, come ad esempio il F.O.M.O. (Fear Of Missing Out), o la paura di perdere le ultime novità, cioè la necessità di essere a conoscenza dei social network in ogni momento in modo da non perdere l’ultimo dispositivo mobile che è uscito o l’ultimo video del tuo cantante preferito, identificato da l’Università di Essex (Inghilterra), insieme all’Università della California e all’Università di Rochester (USA), pubblicata sulla rivista scientifica Computer in Human Behavior.

D’altra parte, l’Università Villanova (USA) ha descritto per la prima volta un nuovo fenomeno chiamato “Sleep Texting”, che fa riferimento al fenomeno di non avere un sonno regolare, quando ci sono continue interruzioni per leggere i messaggi ricevuti e inviare nuovi messaggi. Questo fenomeno spiega una diminuzione della quantità e della qualità del sonno tra i giovani, che sono i principali utenti che ne soffrono.

In questo senso è stato fatto da uno studio dell’Università di Washington e dall’Università Lee (USA) i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Psychology of Popular Media Culture.

In esso, l’influenza dell’uso di M.S.N. (acronimo in inglese che indica i messaggi di testo) nella salute degli studenti universitari. A questo studio hanno partecipato ottantatre studenti, in cui la qualità della salute è stata analizzata attraverso il Pittsburgh Sleep Quality Index, che fornisce informazioni su tre indici: la stanchezza, i problemi del sonno e le relazioni sociali.

Si voleva studiare l’effetto in questi tre indici in base al numero di messaggi ricevuti e inviati durante il giorno, rilevando che i tre indici erano influenzati negativamente in quanto il numero di messaggi che si doveva “gestire” aumentava, ma dove si sono scoperti effetti più grandi rispetto ai problemi del sonno, dove pochi livelli “moderati” di messaggi cominciavano già a causare alti livelli di ansia e quindi difficoltà ad addormentarsi.

La minore quantità e qualità del sonno porterà conseguenze nella “vita diurna”, con una minore capacità di conservazione e attenzione tra gli studenti, e se questa situazione viene mantenuta nel tempo, può influire anche sulla salute.

Da qui l’importanza di “educare” i più giovani all’uso di questi dispositivi elettronici, poiché, come indicato, questi possono generare problemi di prestazioni e concentrazione, oltre a influire sui rapporti sociali e, più seriamente, può influire sulla loro salute, a causa del mantenimento di elevati livelli di stress e della mancanza di sonno di qualità.

Tutto ciò presupponendo che la persona sia “padrona della sua volontà”, cioè, non è ancora caduta in una dipendenza tecnologica, che causerebbe effetti negativi ancora maggiori. Il problema principale nel rilevamento di questo tipo di situazione è che i genitori non sanno quanto sia “normale” o che sia andato oltre il giusto e sia diventato pazzo.

Allo stesso modo, la persona che soffre, nonostante abbia compreso le difficoltà e le conseguenze dannose che ne derivano, non è in grado di riconoscere di avere un problema e richiede l’aiuto di altri per superarla, anche se potrebbe richiedere uno specialista per superare la sua dipendenza.

Come si può vedere nel risultato precedente, la tecnologia può causare gravi difficoltà quotidiane alla persona, al punto da mettere a repentaglio la propria salute, come nel caso di danneggiare la qualità e la quantità del sonno al fine di dover rispondere ai m.s.n. che si ricevono.

Oggigiorno è difficile pensare che un giovane non conosca e non abbia un account, per esempio, su Facebook, Twitter o Tuenti, visto che sono nati nell’era dei social network, ritenendosi “nativi digitali”, cioè quelli nati dopo il decennio degli anni ottanta e che da piccoli avevano accesso alle nuove tecnologie.

Quelli che hanno qualche anno di più, quelli che sono nati prima degli anni ‘80, devono sforzarsi di rimanere informati e addestrati con i social network, e questi sono quelli che vengono chiamati “immigrati digitali”, cioè persone che sono nate senza queste possibilità e ora devono entrare in questo mondo, a volte confuso e a volte sconcertante, ma in ogni caso utile e necessario.

Come in precedenza, per alcuni lavori, era necessario avere una patente di guida e un livello di istruzione minimo, ora i candidati sono tenuti ad avere competenze sufficienti nell’uso del computer e dei social network. Come risultato di questi nuovi strumenti, sono emersi lavori impensabili alcuni anni fa, come quello di Community Manager, responsabile dei forum e delle comunità virtuali, o quelli più tecnici incaricati della promozione di siti web come i consulenti S.E.O. e S.E.M., che cercano di ottenere una maggiore visibilità nei social network e su Internet di una marca o azienda specifica.

I giovani hanno incorporato nelle loro vite gli strumenti offerti da questa nuova tecnologia, sia accademiche che ricreative, e ci sono molte università che insegnano una parte o tutto la loro didattica online, essendo in grado di connettersi da qualsiasi dispositivo fisso o mobile, come tablet, iPad o smartphone. Gli insegnanti hanno una duplice funzione, quella di organizzare e registrare le lezioni da insegnare e quella di tutoraggio virtuale, per risolvere i dubbi che possono essergli sorti.

Ciò ha permesso di aprire le porte delle università agli studenti di tutto il mondo, con l’unico requisito di avere le competenze linguistiche necessarie per seguire le lezioni, e questo se si ha un dispositivo con una connessione Internet.

A questo proposito, l’unica cosa che non è stata possibile risolvere è stata la realizzazione degli esami, che devono essere effettuati faccia a faccia, sia presso l’università stessa che presso un centro istituito nel paese dello studente. In tal modo, si verifica che lo studente che esegue l’esame, conosce adeguatamente l’oggetto dell’esame.

Nel mio caso particolare, dopo diversi anni di insegnamento faccia a faccia in diverse università, ho dovuto seguire un corso di formazione per continuare il mio lavoro di insegnamento, ma questa volta attraverso i social network, per i quali ho dovuto adattare gli strumenti tecnologici che in precedenza utilizzavo nuove richieste, compresa la familiarizzazione delle piattaforme di formazione come Moodle, o l’uso di programmi di videoconferenza per insegnare on-line, il che mi permetteva di dettare lezioni in Spagna, sia nella penisola che nelle isole, mentre erano seguiti dall’Ibero-America.

Tuttavia ci sono i rischi di Internet che si presentano quando il tempo libero dei giovani diventa quasi esclusivo nell’uso intensivo di questa tecnologia, perdendo il contatto sociale e, a volte, il contatto con la propria realtà. Sono stati fatti su di esso molti studi, a causa di questa nuova modalità, in cui vengono rilevati ogni giorno nuovi casi di cyberdipendenza, cioè, le persone che non sono in grado di disconnettersi dalla rete, facilitando l’isolamento sociale e l’abbandono dell’igiene mentale e personale, associata anche a un’alimentazione scorretta, tutti questi rischi di Internet causati da un’insufficiente educazione all’uso corretto della tecnologia.

È stato condotto un nuovo studio dall’Università Kaohsiung Medical e dall’ospedale Hsiao-Kang (Taiwan), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica J.A.M.A. Pediatrics, in cui vi è stato un follow-up di duemila duecentonovantatre giovani per 2 anni, valutato a 6, 12 e 24 mesi.


Вы ознакомились с фрагментом книги.
Для бесплатного чтения открыта только часть текста.
Приобретайте полный текст книги у нашего партнера:
Полная версия книги
(всего 1600 форматов)