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La Divina commedia / Божественная комедия. Книга для чтения на итальянском языке
La Divina commedia / Божественная комедия. Книга для чтения на итальянском языке
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La Divina commedia / Божественная комедия. Книга для чтения на итальянском языке


O muse, o alto ingegno, or m’aiutate;
o mente che scrivesti ciò ch’io vidi,
qui si parrà la tua nobilitate.


Io cominciai: «Poeta che mi guidi,
guarda la mia virtù s’ell’ è possente,
prima ch’a l’alto passo tu mi fidi.


Tu dici che di Silvio il parente,
corruttibile ancora, ad immortale
secolo andò, e fu sensibilmente.


Però, se l’avversario d’ogne male
cortese i fu, pensando l’alto effetto
ch’uscir dovea di lui, e ’l chi e ’l quale


non pare indegno ad omo d’intelletto;
ch’e’ fu de l’alma Roma e di suo impero
ne l’empireo ciel per padre eletto:


la quale e ’l quale, a voler dir lo vero,
fu stabilita per lo loco santo
u’ siede il successor del maggior Piero.


Per quest’ andata onde li dai tu vanto,
intese cose che furon cagione
di sua vittoria e del papale ammanto.


Andovvi poi lo Vas d’elezione,
per recarne conforto a quella fede
ch’è principio a la via di salvazione.


Ma io, perché venirvi? o chi ’l concede?
Io non Enea, io non Paulo sono;
me degno a ciò né io né altri ’l crede.


Per che, se del venire io m’abbandono,
temo che la venuta non sia folle.
Se’ savio; intendi me’ ch’i’ non ragiono».


E qual è quei che disvuol ciò che volle
e per novi pensier cangia proposta,
sì che dal cominciar tutto si tolle,


tal mi fec’ io ’n quella oscura costa,
perché, pensando, consumai la ’mpresa
che fu nel cominciar cotanto tosta.


«S’i’ ho ben la parola tua intesa»,
rispuose del magnanimo quell’ ombra,
«l’anima tua è da viltade offesa;


la qual molte fiate l’omo ingombra
sì che d’onrata impresa lo rivolve,
come falso veder bestia quand’ ombra.


Da questa tema acciò che tu ti solve,
dirotti perch’ io venni e quel ch’io ’ntesi
nel primo punto che di te mi dolve.


Io era tra color che son sospesi,
e donna mi chiamò beata e bella,
tal che di comandare io la richiesi.


Lucevan li occhi suoi più che la stella;
e cominciommi a dir[2 - cominciommi a dir = cominciò a dirmi] soave e piana,
con angelica voce, in sua favella:


«O anima cortese manto ana,
di cui la fama ancor nel mondo dura,
e durerà quanto ’l mondo lontana,


l’amico mio, e non de la ventura,
ne la diserta piaggia è impedito
sì nel cammin, che vòlt’ è per paura;


e temo che non sia già sì smarrito,
ch’io mi sia tardi al soccorso levata,
per quel ch’i’ ho di lui nel cielo udito.