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Preparazione Alle Abilità Di Base Dello Psicologo Clinico-Sanitario
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Preparazione Alle Abilità Di Base Dello Psicologo Clinico-Sanitario


C. Sebbene qualche sintomo somatico può non essere presente di continuo, lo stato sintomatico è persistente (di solito per più di sei mesi).

Uno dei vantaggi del D.S.M.-V è che riporta un paragrafo di corrispondenze dove viene specificato quale determinato disturbo corrisponde a quello del C.I.E.-10. Si parla così dei disturbi di sintomi somatici e dei disturbi relazionati (309):

300.82 (F45.1) Disturbo dei sintomi somatici (311)

300.7 (F45.21) Disturbo di ansia da infermità (315)

300.11 Disturbo di conversione (disturbo dei sintomi neurologici funzionali) (318) Specificare il tipo di sintomo:

(F44.4) Con debolezza o paralisi

(F44.4) Con movimento anomalo

(F44.4) Con disturbi di deglutizione

(F44.4) Con disturbi del linguaggio

(F44.5) Con attacchi o convulsioni

(F44.6) Con anestesia o perdita dei sensi

(F44.6) Con sintomi sensoriali speciali

(F44.7) Con sintomi misti

316 (F54) Fattori psicologici che influiscono su altri disturbi medici (322)

300.19 (F68.10) Disturbo artificiale (include il disturbo artificiale applicato a sé stessi e il disturbo artificiale applicato agli altri) (324)

300.89 (F45.8) Altro disturbo dei sintomi somatici e disturbi relazionati specifici (327)

300.82 (F45.9) Disturbo dei sintomi somatici e disturbi relazionati non specificati (327).

Capitolo 2. Il paziente in consultazione, gestione del colloquio clinico

Sebbene il termine di intervista clinica non si limita esclusivamente all’ambito della psicologia, noi lo intenderemo in questo modo. Detto questo, si può definire l’intervista clinica come il luogo di incontro tra lo psicologo clinico e il paziente, in cui possono inoltre intervenire altri professionisti come oseervatori o i parenti del paziente.

Bisogna tenere in considerazione che, quando si tratta di un minore, deve essere presente in tutti i casi un familiare o un tutore dello stesso, dal momento che questi è colui che sarà responsabile dello svolgimento del trattamento.

Riguardo agli accompagnatori del paziente, di solito questi variano in funzione del rapporto di parentela, ma anche dell’età del paziente, che può presentarsi con il suo partner, con i genitori, o anche con qualche amico.

Bisogna tenere in considerazione che nell’intervista clinica si cerca di compiere determinati obiettivi a seconda della tappa in cui questa si trovi:

– Nella prima intervista, avviene l’esplorazione della persona, prestando particolare attenzione alle domande di quest’ultima, ma anche ai sintomi che manifesta. Di solito in questa prima intervista si può stabilire la diagnosi se il caso è “chiaro”, mentre in caso contrario si possono richiedere nuove “interviste” finché non si riesce a stabilire la diagnosi corrispondente.

– Una volta stabilita la diagnosi, si stabilisce l’obiettivodella terapia, che può essere quello di ridurre la sintomatologia, apprendere tecniche di compensazione o la cura, quando questa sia possibile. Allo stesso modo si stabilirà una forma di lavoro (familiare, di gruppo o individuale) e una frequenza della terapia (una volta a settimana, due volte a settimana…).


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