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Il Consulente Veggente
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Il Consulente Veggente


“Non si preoccupi, tra poco lo puliranno, e mi dica, come fa a saperlo?”

“Cosa?”ho chiesto nuovamente , capendo solo ora che si trattava del caso di cui ore fa aveva raccontato col mio sogno.

“Come fa a sapere dove l’ha gettata?”

“Non lo so, le ho solo raccontato quello che ho visto.”

“Ci sono volute diverse ore per noi e l’aiuto di vari esperti per restringere il campo, in base alla velocità, al modello e al peso del veicolo.”

“Cosa?”ho chiesto, stupito.

“Certo, come pensa che facciamo le cose?Qui non lasciamo nulla al caso. Individuare il sospettato è stato facile, ci ha dato il suo nome e la sua professione, praticamente ci ha condotti a lui. Poi abbiamo perquisito casa sua ma non abbiamo trovato nulla, mentre cercavamo la sua macchina, guarda caso lui l’aveva in officina, per non so quale problema agli ammortizzatori.”

“Siamo andati in officina con un’apposita ordinanza del tribunale, e lì ci siamo accorti che il veicolo non era lì per quello che ci aveva detto, ma aveva richiesto la rettifica del contachilometri.”

“Non so cosa si aspettasse con questo, ma ci ha facilitato il nostro lavoro, poiché l’officina aveva registrato il numero di chilometri prima di eseguire la manipolazione richiesta.”

“Abbiamo guardato attentamente nel baule, ma non c’era la minima traccia, nemmeno un capello, ma dovevamo provarci.”

“Quindi ci siamo concentrati sul luogo che ci ha indicato lei, per la velocità, la direzione, e la distanza, e abbiamo setacciato l’area nelle ultime ore, finché non abbiamo trovato il corpo.”

“Wow, siete proprio bravi.”ho commentato con stupore.

“Facciamo solo il nostro lavoro, ma ora abbiamo un problema”.

“Un problema?”ho chiesto sorpreso poiché mi avevano detto che avevano già catturato il colpevole e che avevano recuperato il corpo.

“Si, dobbiamo dimostrare che è stato lui e non qualcun altro a gettarlo nel lago”

“E il DNA, di cui si sente parlare tante volte in televisione?”

“Niente DNA, o perlomeno non ne abbiamo trovato. A casa sua non ce n’è traccia, e nemmeno nel veicolo, e le uniche cose che abbiamo sono il corpo e il coltello, che già sapevo quando le ho mostrato le prove del caso, ma non ci sono né impronte né DNA dell’aggressore.”

“E cosa vuole che faccia io?”chiesi perplesso.

“Abbiamo bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa che ci aiuti ad incastrarlo, altrimenti, in meno di 24 ore dovremo rilasciarlo, nonostante abbiamo ritrovato il corpo.”

“Allora lei mi crede? Crede che sia stato lui?”

“Si, le credo. Non so come abbia fatto, ma le credo. La sua testimonianza non regge. Ci ha mentito da quando l’abbiamo arrestato, e nessuno è in grado di confermare il suo alibi, non ha un alibi, ma non possiamo nemmeno collocarlo li.”

“Forse si” dissi dopo aver ricordato brevemente il sogno.

“Come?”

“Ricorda che le ho raccontato che aveva portato il corpo attraverso il cancello di un parco?”

“Già, quindi?”

“Beh, la macchina era parcheggiata lì, qualcuno deve averla vista, e così può collocarlo nelle vicinanze.”

Il poliziotto, senza dire nulla, è uscito dalla stanza e ha cominciato a gridare, proprio come aveva fatto poche ore prima.

Dopo un’ora o giù di lì è tornato e ha detto con un gran sorriso:

“Ce l’abbiamo”

“Qualcuno ha visto il veicolo parcheggiato?”

“Meglio, c’è una gioielleria nelle vicinanze, e hanno una telecamera che riprende dalla vetrina, e la sa una cosa? Lo si può vedere rimuovere il corpo, o meglio la borsa, e depositarla nella sua auto.”

“Wow, che fortuna è stata quella videocamera”.

“Si, e questo è sufficiente per incastrarlo, poiché ci sono prove per incriminarlo per il delitto.”

Questo è stato il mio primo contributo per la risoluzione di un caso, il primo di tanti di cui non ricordo più il numero.

Quello che non ho avuto l’opportunità di spiegare in questa occasione o in quelle successive in cui ho fatto quel tipo di sogno è quello che ho visto dopo. No so perché quella parte non interessasse, è come se la polizia volesse solo sapere cosa fosse successo al corpo, o dove fosse la persona rapita, ma niente del resto che ho visto.

Ma per me quella è stata la cosa più gratificante, se così si può dire, sapere che qualunque siano le circostanze dell’ultimo momento di vita, si continua a vivere, o almeno è quello che avevo sperimentato.

Una vita fuori dal corpo, ma non come quando sogniamo e pensiamo di volare, bensì qualcosa che alcuni chiamano scissione o fuoriuscita di una parte di noi.

Questa era un’altra cosa, è come se la persona fosse davvero viva, perché pensava e sentiva, vedeva e ascoltava, ma senza un corpo.

Non so perché, ma quello che ho capito essere la cosa più importante, nessuno mi ha prestato attenzione quando ho provato a raccontarla, sostenendo che la mia missione, se così si può chiamarla, o la mia collaborazione terminava nel momento in cui avevo dato risposta alla loro richiesta, e cioè di scoprire chi era stato, o dove si trovava la persona rapita o il corpo della vittima.

A dir la verità, dopo un po di tempo passato a collaborare con diverse autorità, non c’era più molto che mi sorprendesse, cambiavano solo nomi e cognomi delle persone coinvolte, e forse anche i metodi, ma la motivazione, per così dire, non cambiava.

Da lì ho imparato che non siamo poi così diversi dagli animali, nonostante quello che possiamo pensare, e che i nostri istinti regolano la maggior parte del nostro comportamento, soprattutto ciò che viene considerato deviante.

E soprattutto quel male invisibile di cui nessuno parla o di cui nessuno vuole parlare,la salute mentale e le sue malattie.

Non conosco i dati, né le percentuali, ma la maggior parte, se non tutti, di quelli che sono stati coinvolti in questi atti, non saprei come definirli, ma non stanno molto bene.

Non so cosa fosse avvenuto per prima, se quegli atti contro natura o il problema della salute mentale, ma quello che mi era chiaro è che non erano tanto normali, e questo era evidente dal fatto che, ad esempio, quando venivano catturati e cercavano di…non so come dirlo, giustificare le proprie azioni con scuse senza alcun senso. Come giustificheresti un rapimento o un omicidio?

Personalmente ritengo che atti come questo non abbiano giustificazioni, per quanto l’altra persona abbia fatto qualcosa o cercato di fare qualcosa prima.

Suppongo che non tutti vedano le norme della società allo stesso modo, ma esistono proprio per proteggerci gli uni dagli altri, per evitare problemi di convivenza, ed è qualcosa che tutti impariamo fin dall’infanzia.

Sarebbe inutile acquistare un veicolo se quando qualcuno vuole viene a prenderselo perché gli piace, o ad esempio, chi andrebbe a lavorare se poi il datore di lavoro può decidere di non pagare perché quel giorno ha deciso così?

Le leggi e i regolamenti servono a qualcosa e la polizia per farle rispettare.

A dire il vero, in più di un occasione ho avuto problemi con la polizia, non perché abbia fatto qualcosa di sbagliato, ma perché sapevo troppo e chiaramente, hanno pensato che potessi essere l’artefice, il complice o almeno la testa pensante di quell’atto di cui era stata avvisata la polizia, affinché, per quanto possibile, facessero il loro dovere per impedirlo, perché sì, potrei dire di aver avuto due tipi di esperienze, beh, erano le stesse e con lo stesso contenuto, solo che una accadde prima di quell’ atto e l’altra dopo.

Nella prima è stato difficile farmi ascoltare dalla polizia, non perché non volessero proteggere i cittadini, ma perché dicevano che fin quando l’atto non era stato compiuto , non rappresentava un crimine, quindi non era loro responsabilità.