Книга Terapia Fisica - читать онлайн бесплатно, автор Carol Lynne. Cтраница 2
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Terapia Fisica
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Terapia Fisica

«Cosa ne pensi?» chiese Isaac.

La domanda fermò Matt. Merda. Addio alla sua determinazione ad agire in modo professionale. Si voltò verso il dottore più giovane. «È fantastico» gli rispose, notando il modo in cui la vernice azzurra gli metteva in risalto i capelli neri e la carnagione abbronzata. Oh, diavolo, era nei guai.

I dottori si separarono come il Mar Rosso e gli indicarono la grande scrivania di legno. «È bellissima» disse lui un po’ in soggezione davanti a quel mobile che sembrava di mogano antico e aveva le gambe intagliate. Matt pensava che fosse la scrivania più bella che avesse mai visto.

«È il nostro regalo di benvenuto» spiegò Sam.

Matt scosse la testa. «Non so cosa dire.»

«Un grazie è sufficiente, per noi» intervenne Isaac.

«Grazie. Eh. Wow.» Girò attorno a Sam e si sedette sulla sedia da ufficio in pelle con lo schienale alto. Impossibile non fare paragoni con il minuscolo ripostiglio delle scope che aveva usato come ufficio a Denver.

Passando le mani sulla superficie lucida, Matt guardò Isaac. «Dove l’avete presa?»

«Non siamo stati noi» rispose Isaac. «L’ha trovata Ryan Bronwyn del negozio di antiquariato. Gli abbiamo solo detto che volevamo qualcosa di speciale.»

«Beh, direi proprio che ci ha azzeccato» disse Matt con un sorriso. Non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che quei due uomini gli avessero fatto un regalo così generoso e costoso.

Sam gli mise una mano sulla spalla e strinse appena un po’. «Ryan ha detto di riferirti che può procurarsi una credenza abbinata, se sei interessato.»

Matt fu così scioccato da quel tocco intimo che non sentì nemmeno una delle parole uscite dalla bocca di Sam. Vide le labbra muoversi, ma tutto ciò a cui riuscì a pensare fu quella mano esperta che si faceva strada lungo il suo petto per appoggiarsi sulla patta dei suoi pantaloni. Cazzo, il pensiero gli fece venire un’erezione, che cercò di coprire con nonchalance. «Ehm, scusa, cos’hai detto?» chiese a Sam.

«Ryan ha una credenza che si abbina alla scrivania, se sei interessato» ripeté Sam.

«Va bene» disse Matt con un cenno del capo. «Ci farò un salto per dare un’occhiata.»

Girò lo sguardo su Isaac e fu sorpreso di vedere gli occhi del dottore fissi sulla sua erezione intrappolata dietro la patta dei pantaloni color cachi. Improvvisamente preoccupato che Sam potesse notare quell’indiscrezione, si alzò.

«Penso che mi piacerebbe controllare le attrezzature terapeutiche, adesso.»

Isaac sbatté le palpebre e diventò di una bellissima sfumatura di rosso. Sembrava sapere che Matt lo aveva sorpreso a guardare. Se solo Isaac avesse saputo che Matt voleva che lui facesse di più che guardare...

* * * *

Mentre Matt supervisionava ogni apparecchiatura, Isaac controllò di nascosto il giovane fisioterapista. Si vergognava un po’ di se stesso, ma non aveva appuntamenti per un’altra mezz’ora e Sam non era in giro, quindi non lo avrebbe sorpreso a guardarlo.

Mentre dava un’occhiata al fondo della stanza, Matt si voltò e lo guardò. «Avete comprato dei pesi?»

Isaac sorrise e si avvicinò al bellissimo uomo più giovane. «Spero che non ti dispiaccia, ma Sam e io abbiamo pensato che sarebbe stato bello poterci allenare per conto nostro ogni tanto.»

Matt scosse la testa. «Non mi dispiace affatto. Ho passato due anni ad allenarmi usando solo pesi come questi.»

«Sembra che tu abbia fatto un sacco di allenamento» commentò Isaac. Non appena quelle parole gli uscirono di bocca, desiderò potersele rimangiare.

«Grazie.» Matt fece un paio di passi finché non si trovò faccia a faccia con lui.

Si guardarono negli occhi. Isaac sentiva chiaramente la scintilla della corrente sessuale tra di loro. Quando iniziò ad avvicinarsi a Matt, puntando su quelle labbra perfette, la voce di Maggie arrivò dall’interfono.

«Dottor Singer, è richiesto al pronto soccorso.»

Isaac non era sicuro se essere grato per quell’interruzione o no. Fissò gli occhi verdi di Matt per un altro momento. «Meglio che vada.»

«Sì, forse è meglio» rispose Matt, leccandosi le labbra.

Isaac poté solo soffocare un gemito quando la punta di quella bella lingua rosa fece capolino.

«Dottor Singer, è richiesto al pronto soccorso.»

Isaac fece un passo indietro. «Sam e io facciamo un barbecue più tardi, se ti interessa.»

Matt sbatté le palpebre alla menzione del nome di Sam. «Ehm, no, mi dispiace. Ho un impegno.»

«Oh, va bene.» Isaac indicò la porta. «Sarà meglio che vada prima che Maggie venga qui e mi trascini fuori per i capelli.»

Matt annuì e alla fine interruppe il contatto visivo. «Io devo comunque cambiarmi per il mio primo appuntamento.»

Senza un’altra parola, Isaac si voltò e praticamente corse fuori dalla stanza. Che diavolo gli prendeva? Girò l’angolo e andò a sbattere contro Sam.

«Ehi, c’è un incendio?» chiese Sam ridacchiando.

«Hanno bisogno di me al pronto soccorso» disse Isaac e diede al suo amante un rapido bacio sulle labbra. «A dopo» gli disse mentre ripartiva di gran lena.

Dannazione, amava Sam. Allora che diavolo stava succedendo tra lui e Matt?

* * * *

Dopo il lavoro, Matt andò alla palestra per allenarsi. Sapeva che era stupido ora che aveva un posto dove farlo, ma aveva dovuto escogitare qualcosa per impedirsi di tornare a casa.

L’ultima cosa che pensava di poter sopportare era sedersi a un tavolo di fronte ai due dottori. Era ancora teso per quello che era successo prima con Isaac. Era evidente che entrambi volessero la stessa cosa, e se non fosse stato per quell’interruzione... diavolo, chi poteva dire cosa sarebbe successo?

Entrato nell’edificio che ormai gli era familiare, Matt vide Nate e Rio dietro il bancone del bar. «Ehi.» Salutò entrambi mentre si sedeva accanto a Nate.

«Uhh, Matt, sei tornato all’ovile?» chiese Nate e poi scoppiò a ridere.

«No, è solo che mi mancava la tua brutta faccia» replicò lui.

«Oh, beh, posso capire» disse Nate, sfoggiando il suo perfetto sorriso da star del cinema.

Matt guardò Rio che sbuffò. «Non darti troppe arie» disse il compagno di Nate, riponendo i bicchieri.

Matt non riuscì a trattenersi dal ridere. Rio era come un cane in calore che ansimava dietro Nate notte e giorno. Era uno dei motivi per cui gli piaceva uscire con loro due. Non importava di cosa discutessero, il loro amore reciproco era così trasparente, che era impossibile non sedersi e godersi lo spettacolo.

Un po’ come con Isaac e Sam. Cavolo, era fottuto, proprio fottuto.

«Ehi, sei ancora con noi?» chiese Nate, schioccando le dita davanti alla sua faccia.

«Scusa, ho un sacco di cose per la testa.»

«Mmh.» Nate si strofinò il mento. «Non ha niente a che fare con i dottori Browning e Singer, vero?»

La mascella di Matt cadde prima di richiudersi di scatto.

«Sì, è quello che immaginavo» commentò Nate.

«Si nota così tanto?»

«Solo quando sei nella stessa stanza con loro.» Nate gli mise un braccio intorno alle spalle. «Se ti fa sentire meglio, ho visto che ti guardavano anche loro una volta o due.»

Matt piegò le braccia sul bancone e abbassò la testa. «Cosa dovrei fare?»

«Beh, se fossi in te...» iniziò Nate.

«Nate! Tieni il naso fuori dagli affari di Matt» tuonò la voce di Ryan che proveniva dalle loro spalle.

Girando la testa di lato, Matt guardò Nate voltarsi e salutare l’altro suo amante. Dopo un bacio vietato ai minori, Nate tirò fuori il labbro inferiore. «Ma, sceriffo, è lui che ha chiesto il mio consiglio!»

Ryan guardò Rio e scosse la testa. «Cosa dovremmo fare con lui? È peggio di tutte le pettegole di questa città messe insieme.»

Nate abbassò la mano e la posò sul cavallo dei pantaloni di Ryan. «Vuoi dire che sono meglio di tutte le pettegole della città messe insieme.»

Ryan gli diede uno schiaffo sulla mano e arrossì. «Questo è ovvio, ma fai il bravo, ti prego. Ci sono ancora dei tizi che si allenano, qui dentro.»

Nate si voltò di nuovo verso Matt e roteò gli occhi. «Quindi, come stavo dicendo prima di venire così bruscamente interrotto, penso che dovresti provarci. Mettiti in gioco e lascia che le cose vadano a posto da sole.»

Ryan emise un suono gutturale e girò intorno a Nate per salutare Rio. Nel mentre, Matt pensò a quello che aveva detto Nate.

«Così? Come se niente fosse? Vado da loro e gli dico che non riesco a cavarmeli dalla testa?»

Nate scrollò le spalle. «È quello che farei io.»

«Bugiardo» disse Ryan da dietro il bancone. «Quando eri interessato a me e Rio, non hai fatto niente del genere. Hai tenuto il broncio, sei uscito e ti sei quasi fatto violentare comportandoti da dannato idiota.»

Nate agitò una mano in aria. «Sai come si dice, si impara dai propri errori. Accidenti, Ryan, rilassati.»

Nate strizzò l’occhio a Matt. «Seriamente, penso che sia quello che dovresti fare.»

«Ma come faccio? Isaac e Sam stanno insieme da una vita.»

I bicipiti gonfi di Rio apparvero vicino alla sua testa, mentre l’omone si appoggiava al bancone. «Okay, a proposito di questo, ne so qualcosa. Ryan e io stavamo insieme da tanto prima che Nate entrasse sculettando nelle nostre vite…»

«Io non sculetto!» lo interruppe Nate.

«Sì, piccolo, lo fai. A ogni modo, stavo impazzendo, perché per quanto amassi Ryan, stavo iniziando a sviluppare dei sentimenti per Nate.»

«Allora cosa hai fatto?» chiese Matt, sedendosi.

«Non ho fatto niente. Avevo paura di perdere quello che avevo con Ryan, quindi ho quasi lasciato che Nate se ne andasse. È stato uno degli errori più stupidi che abbia mai fatto. Non riesco a immaginare la mia vita senza Mister Ficcanaso.» Guardò Ryan. «E tu?»

«No. Non voglio nemmeno pensarci» rispose Ryan, scuotendo la testa. Matt vide che Nate pendeva dalle labbra Ryan. Accidenti, erano carini insieme.

Forse avevano ragione. Dopotutto, chi poteva saperne di più sull’argomento di quei tre? «Grazie ragazzi. Penso che andrò a casa. Isaac e Sam mi hanno invitato a una grigliata, stasera. Forse dovrei farci un salto.»

«Questo è lo spirito giusto!» disse Nate. Diede alcune belle pacche sulla schiena di Matt e saltò giù dallo sgabello. «Va bene, uomini, il mio lavoro qui è finito. Portatemi a casa fate di me ciò che volete.»

Matt stava ancora ridendo quando salì in macchina. Tornò a casa e parcheggiò a lato del garage.

Scendendo dall’auto, si diresse verso il cortile. Quando girò l’angolo della casa, si fermò di colpo. I due dottori erano seduti al tavolo e si guardavano l’un l’altro, e non sembrava avessero negli occhi uno sguardo di lussuria. No, sembrava che stessero litigando di nuovo.

L’ultima cosa che Matt voleva era mettersi in mezzo. Si voltò velocemente e iniziò a salire le scale.

«Matt? Sei tu?» chiese Sam.

Merda. Beccato. «Sì.»

«Perché non vieni giù a mangiare qualcosa?»

«Ehm, io non mi sento bene. Penso che andrò a sdraiarmi, magari riesco ad addormentarmi presto.»

In pochi secondi, sia Isaac che Sam apparvero ai piedi della scala. «Cosa c’è che non va?» gli chiese Isaac.

«Ho mal di testa. Ma penso di essere solo stanco.» Era vero, quindi tecnicamente non gli stava mentendo.

Sam salì i pochi gradini che lo separavano da lui. Posò le mani su entrambi i lati della testa di Matt e la inclinò verso il basso per guardarlo negli occhi, valutando le sue condizioni, pensò Matt.

«Non dormi abbastanza» gli disse.

Così vicino al dottore, il respiro di Matt iniziò a farsi più veloce. Cercò di reprimere la sua eccitazione, ma era semplicemente troppo, Sam era troppo vicino.

Gli occhi dell’uomo ruppero il contatto visivo e iniziarono a vagare lungo il suo corpo.

Matt deglutì quando sentì il calore dello sguardo di Sam sulla sua erezione.

Guardando di nuovo Matt prima di voltarsi verso Isaac, che era ancora ai piedi della scala, Sam annuì. «Penso che tu abbia ragione.»

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