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Gli Esclusi
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Gli Esclusi


“Per ora non ti devi preoccupare di cose del genere, Den. Sono più vicina io di voi, perciò prenderebbe me per prima, ma se sul letto trovate un sacco di pelle avvizzita e senza sangue, fuggite. La stessa cosa se una mattina vedete due paia di occhi rossi che vi fissano da dietro la tenda anti zanzare”.

“Ci puoi scommettere, mamma! Vado subito a prendere il sangue. Dov’è Din?”

“Non saprei, forse ha già cominciato. Tu continua con il tuo lavoro, io andrò a prendere Zia Da con il motorino. Penso che avremo ancora bisogno di un po’ di aiuto con tuo padre. Tu e tua sorella aspettate che torni insieme a Zia Da prima di andare su da lui, va bene?”

“Sì, mamma, non c’è bisogno che me lo ripeti due volte, ma cosa facciamo se scende e viene qui?”

“Non penso che lo farà … Era profondamente addormentato quando mi sono alzata, comunque non staremo via molto. Se si svegliasse, non fatevi dare il bacio del buongiorno”.

Wan tornò dieci minuti dopo con Da, la quale si trovava già seduta al suo tavolo aspettando l’inevitabile visita di qualche parente di Heng. Lui non era sceso, ma intanto Din aveva raccolto il latte e Den aveva quasi finito il suo lavoro.

“Bene”, disse Da, “da ora raccomando metà latte di capra e metà sangue con un cucchiaino di basilico, mezzo di coriandolo e un pizzico di questo. Gli diamo una bella mescolata ed ecco qua. Dategliene mezzo litro la mattina e mezzo prima di andare a dormire. Per ora dovrebbe bastare. Oh, e non dategli mai l’aglio, fa molto male ai vampiri! Ora, andiamo su a trovarlo”.

“Prima di andare di sopra, Zia Da, devo dirti che ha passato la maggior parte della nottata seduto sul letto con la schiena dritta, brillando come una lampadina, in più aveva la pelle pallida e gli occhi rosa con le pupille rosse. Oh, e quando ci ha parlato! Oh, Buddha! Non ho mai sentito niente di simile. Ha detto: ‘Buonasera, famiglia’, con un voce strana, molto profonda … è stato davvero spaventoso”.

“Non ti preoccupare di questo, adesso … andiamo a dargli un’occhiata”.

Andarono di sopra con il loro fiaschetto di frullato ed entrarono. Tutte le persiane erano chiuse, quindi era piuttosto buio lì dentro. Wan uscì di nuovo, prese un candela dal candelabro, la accese con un accendino che teneva appeso a una corda lì vicino e rientrò nella stanza, dove Da si era già avventurata vicino al letto di Heng, che dormiva.

La luce della candela non rivelò nulla di nuovo, quindi le due donne legarono la zanzariera e si sedettero ognuna a un lato del letto. Wan tirò giù le coperte e lo trovò lì, supino, nudo, le braccia spalancate come quelle di Gesù sulla croce, gli occhi aperti, due cerchi rosso fuoco su uno sfondo rosa che spiccavano sul viso spettrale e senza espressione, le labbra si erano trasformate in due strisce finissime che cerchiavano la bocca.

Wan interrogò con lo sguardo Da, la quale stava studiando il suo paziente. Mise il retro della sua mano sulla fronte di Heng e non si stupì nel trovarla fredda.

“Come ti senti oggi, Heng?”, chiese sua moglie.

“Affamato … anzi, assetato”, disse, le parole che rotolavano fuori dalla sua bocca come rocce di una frana che ruzzolano giù da una montagna.

“D’accordo, tesoro, siediti. Abbiamo un altro buon frullato per te”.

Le donne sistemarono i cuscini per lui, lo aiutarono a tirarsi su e poi lo coprirono con una coperta.

“Bevi questo, tesoro”, disse Wan, “è quello che ti era piaciuto di più ieri”.

Da ne versò un po’ in un bicchiere e ci mise una cannuccia. Heng bevve due tazze di quel liquido rosa, che aveva anche una simpatica schiuma verde sulla cima grazie alle erbe che Da aveva inserito. Con questo Heng sembrò riprendersi. Si tirò su dritto e si guardò intorno come per la prima volta.

“Questo ti piace, vero Heng?”, chiese Da. “Vedo che sei molto più vivace di quando siamo entrate. Pensi di riuscire a venire di sotto oggi? La luce del sole potrebbe farti bene … sembri un po’ pallido … non sei abituato a stare al chiuso, vero?”

Heng la guardò come se parlasse una lingua sconosciuta e poi guardò sua moglie.

“Hai bisogno di andare in bagno, Heng? È passato un po’ di tempo, è tutto a posto là sotto? Ci vuoi andare adesso o vuoi che porto su un secchio?”

“Sì, buona idea, vorrei andare in bagno di sotto, ma prima, ancora frullato”.

Visto che nessuna delle due sapeva di quanto sangue avesse bisogno, lo lasciarono bere quanto ne voleva, così che Heng finì l’intero litro.

Da si sedette mentre Wan aiutava il marito a vestirsi. Più il frullato faceva effetto, più Heng diventava attivo.

“Forza, tesoro, ti aiuto a vestirti e poi andiamo di sotto”.

Le due donne presero un braccio per ognuna e aiutarono quell’uomo tremante ad alzarsi. Sembrava una bicicletta con una ruota traballante. Quando lo portarono all’esterno sul pianerottolo, trasalì leggermente a causa della luce intensa, ma qualsiasi persona avrebbe reagito così dopo aver passato un giorno e mezzo in una stanza buia. Den e Din guardarono il padre scendere le scale come un dipsomane, aiutato dalla sua zietta e dalla moglie.

Erano sconvolti nel vederlo così fragile e diverso. Heng era sempre stato un uomo magrolino, ma ora era scarno, bianco come la neve e con due mandorle rosse al posto degli occhi. Entrambi si spostarono quando si posò sul tavolo per prendere fiato.

“Den, hai ancora quei vecchi occhiali da sole? Penso che tuo padre oggi ne abbia bisogno, poiché i suoi occhi sono un po’ sensibili”, disse Da, poi aggiunse: “Wan, riesci ad accompagnare Heng al bagno da sola o vuoi che Den ti aiuti?”

“No, penso di farcela”.

Lo condusse fuori, mentre Heng usava la sua mano libera per ripararsi gli occhi. Quando lo riportò al tavolo quindici minuti dopo, sembrava esausto per lo sforzo.

“Din, faresti un salto di sopra a prendere un lenzuolo e un paio di cuscini, per favore? Tuo padre si riposerà quaggiù oggi per prendere un po’ di aria fresca e di sole. Non ha mai passato così tanto tempo al chiuso nella sua vita, quindi il suo corpo non è abituato. Guarda in che stato è …”

Nel frattempo, Heng spostava lo sguardo da uno all’altro, ma sembrava non comprendere la conversazione. Lo fecero mettere comodo con il lenzuolo e i cuscini e Den gli mise gli occhiali con le lenti nero corvino di cui andava fierissimo dieci anni prima, quando andavano di moda.

Il risultato fu che Heng, così conciato, sembrava una sorta di strano uccello appollaiato su un supporto per il tetto.

“Bene, ragazzi, penso che dovreste andare a preparare altro frullato per vostro padre. È molto affamato oggi e questo è un buon segno, perché dimostra che stiamo facendo qualcosa per il verso giusto!”

“Ti senti molto meglio oggi Paw, vero?”

Aspettarono tutti la sua reazione, poi lui annuì, assomigliando straordinariamente a un gufo. Den e Din se ne andarono sghignazzando, facendo molta fatica ad accostare quella creatura sul tavolo al loro papà di sole ventiquattr’ore prima.

“Pensi che dovrò preparargli qualcosa da mangiare per stasera, Zia Da?”

“Non gli farà male, sempre che mangi, ma, comunque, non è un sostituto del frullato”.

“Heng, vorresti mangiare qualcosa con noi più tardi?”

Heng piegò la testa da un lato e dall’altro, poi fissò la moglie.

“Cosa cucinerai stasera, Wan?”, chiese Da.

“Pollo o maiale … qualsiasi cosa voglia”.

Heng continuava a spostare lo sguardo da una all’altra come uno che si trova in un paese straniero e non parla la lingua.

“Perché non lo chiediamo a lui? Non è diventato stupido, almeno penso”.

“Che cosa vuoi mangiare stasera, Heng, maiale o pollo?”

La guardò per qualche secondo e poi disse:

“Piccola …”

“Oh, Heng, non puoi mica mangiare tua figlia … non sarebbe corretto”.

“Non nostra figlia … piccola capra … Ne abbiamo alcune, o no?”, disse Heng.

“Sì, ne abbiamo alcune, ma pensavo che le tenessimo per aumentare il gregge”.