per secoli sofferto disperatamente
d’essere uno ch’era scritto a pena
a pena e principiava.
Sorge ancora la notte chiusa d’ombra
vagabonda di sogni in chiaro abbraccio
d’amore per l’aperta società,
più non trabocca e non rinfranca il cuore
la cultura dei savi;
ma quale bene può trovare chi
fa dell’altro una cosa,
quale aiuto agli oppressi per risorgere
se all’uno manca il nome di persona?!
IN UNA VENTOSA NOTTE DI SAN LORENZO
(dopo l'omicidio Moro)
Ora e per poco libero dal mondo
e abbandonato nell'incantamento
d'un cielo nero coi suoi astri intenti
a me pulsànti e luci in movimento,
vorrei sapere, e quasi nel profondo
sento che non è inganno, se il momento
non sia questo dell'uomo, finalmente
che il terrore si volge al fallimento:
per i millenni ragionevolezza
è salita ai patiboli, la gente,
certa nel certo di sue fedi, amava
l'eguale a lei e l'altro assassinava;
ma se l’ideale avesse la mitezza,
serbasse il cuore, guadagnasse mente…
SOGNO DEL CANTO
In modulato suono, un canto – avaro
alla memoria – scende una collina
all'abbrunire e gira come chiaro
vortice lento sopra una marina
oscura e immota: il suo sonare caro
si confonde nell'animo, l'affina.
Nell'aria, in verso raro
si levan alti lievi, e in cristallina
rima, la gloria della piena pace,
la tolleranza aperta sul mistero,
la sapienza che dubita, l'ardita
mitissima ragione che si tace
agli umorosi semplici, il severo
delizioso cercare di una vita;
oh, sogno caro,
dolcissimo risveglio, amara luce!
L'UTILE E IL DILETTEVOLE SECONDO NATURA
L'infante pesta le formiche in campo
o le sorprende in fila a üna a üna
sortenti al passo da un intercolonno
del rastrello piccino,