Questo manuale breve ed essenziale, per ORATORI – INSEGNANTI – COMUNICATORI – POLITICI – VENDITORI – CIARLATANI – COMICI, diventerà indispensabile ogni qual volta dovrete affrontare un uditorio e sarete presi da quellansia da prestazione o peggio dal panico più totale. E frutto della mia esperienza di comico, pedagogo teatrale e formatore esperienziale. Non troverete certamente la soluzione definitiva a tutte le vostre difficoltà ad affrontare il vostro agguerrito capo, o a gestire un gruppo di scatenati studenti, o a discutere con il politico conservatore del vostro paese; spero invece troverete degli stimoli e delle tecniche per migliorarvi, per raffinare quella che è la vostra esperienza o modificare quelli che sono i vostri preconcetti. Piccoli suggerimenti che potrebbero cambiare il vostro modo di comunicare. Naturalmente in meglio. Ancora oggi, dopo oltre cinquemila spettacoli, (non ridete, ho la mia età), vado in scena sempre con un pizzico di timore e ansia. Anzi, a volte, con vero terrore. Chaplin diceva che il pubblico è un mostro senza testa: non sai mai da che parte andrà. Cosa faccio allora? Mi fermo, respiro, mi rilasso e cerco di concentrarmi pensando alla mia passione di stare sul palco e alla soddisfazione di sentire ridere (o piangere) il pubblico. Così entro in scena con calma guardando chi mi sta di fronte e sfoggiando un bel, grande, sincero sorriso (ecco un primo suggerimento) Andare in scena significa dover affrontare, non per vincerlo ma perallearsi, un nemico con la determinazione di un vero guerriero. Significa comunicare valori e pensieri come un filosofo, e significa proporre questipensieri in modo efficace, divertito e divertente, mai prolisso, dove la passione traspare sempre! Perché il GUERRIERO, il SAGGIO e CLOWN? Perché rappresentano i ruoli che interpretiamo quando parliamo in pubblico o andiamo in scena per uno spettacolo, che in fondo sono la stessa cosa. La parola stessa Persona ci chiarisce che tutti interpretiamo dei Ruoli. Che tutti siamo attori. Infatti la parola persona deriva dallEtrusco Phersu che indicava la maschera teatrale e letimologia latina si compone della preposizione per (attraverso) e sonare (risuonare). Così infatti era chiamata la maschera indossata dagli attori, che copriva il volto (e indicava il carattere ) e amplificava la voce.